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Età storica

In età romana la pianura solcata dal Padrongianus fu utilizzata per lo sfruttamento agrario, tanto che il nome del fiume deriva proprio dal latino pratum olbianum, col significato di “spazio agrario olbiese”.

Castello di Pedres visto dal Nuraghe Torra

Questa pianura doveva quindi essere costellata di numerose fattorie, una delle quali scavata e oggi visitabile in località S’Imbalconadu.
Alcuni dei nuraghi della zona furono riutilizzati in età romana proprio in funzione dello sfruttamento agrario del territorio. Si spiega così, forse, la presenza di ceramica romana nei dintorni del nuraghe Torra e altri.

Il fiume, oltre a rendere fertili le terre, aveva anche l’importantissima funzione di via di comunicazione verso il porto. Il trasporto dei prodotti agricoli verso il mercato urbano o il porto per l’esportazione era certamente più pratico, agevole, sicuro e veloce per via fluviale di quanto non lo fosse sulle strade, spesso battute dai briganti, come testimonia lo scrittore Varrone nel I sec. a. C.

Nel pieno Medioevo nella zona, non lontano dal fiume, dovevano sorgere una serie di piccoli villaggi, testimoniati dalle fonti dell’epoca, della maggior parte dei quali si è perduta traccia o rimangono poche rovine.
Ognuno di essi aveva una chiesa di riferimento, ma si conservano solo quelle dedicate allo Spirito Santo e a Sant’Angelo. Quest’ultima, conosciuta anche come San Michele Arcangelo, sorge su un insediamento di epoca romana che in periodo medievale continuò ad esistere e poi scomparve come tanti altri piccoli centri del territorio.
La chiesa più importante doveva essere quella dedicata a S. Paolo, dotata di battistero e cimitero, forse avente la funzione di parrocchiale del borgo scomparso di Sarrài.
Altre chiese dell’area erano quelle di S. Margherita, S. Marco e S. Caterina, oggi tutte perdute ma documentate come abbandonate e in ruderi già a metà del 1600.

Dal parco è visibile ciò che resta dal Castello di Pedres, alle falde del quale sorgeva il centro di Villa Petresa con la sua chiesa dedicata a San Trano. Il castello, che si data al XIII secolo, fu costruito in quella posizione proprio per il controllo della fertile pianura del Padrongianus, delle vie di comunicazione interne e dell’approdo del golfo di Olbia.

P1040614 Il Padrongianus tra malaria e pirati
Olbia si trova in una piana alluvionale, la principale della Gallura, terra di solito collinare, spesso rocciosa e povera di suoli. Dai monti che circondano la città convergono fiumi e corsi d'acqua, che sfociano nella lunga “rias” di Olbia, dove ora si trova il porto, l'approdo sardo più vicino all'Italia peninsulare. L'area urbana è sul lato centro-orientale di questa piana, segnata a sud e a sudovest dal Padrongianus e dai suoi affluenti, che costituiscono una presenza importante nel territorio dell'agro olbiese, per il loro contributo alla fertilità di questa terra. Territorio caratterizzato, però, soprattutto verso il mare, da paludi e acque stagnanti, segnate in altri periodi dalla malaria.

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Ai primi del '700 la Sardegna passa dal controllo spagnolo a quello sabaudo. Il governo piemontese manda esploratori, cerca di capire se è possibile uno sviluppo economico per l'isola.

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In epoca fascista viene avviata una serie di politiche per la creazione di infrastrutture e per la bonifica dei territori malarici.

alex 3 L'arrivo del turismo
E infine la pace. Dopoguerra povero, ma fertile di iniziative e sviluppi.

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